La Spagna fa un enorme passo avanti nella regolamentazione delle criptovalute con un’importante riforma fiscale. Il Ministero delle Finanze, sotto la guida di María Jesús Montero, prevede di espandere le sue capacità di sorveglianza sulle criptovalute. Questa iniziativa mira a consentire il sequestro di risorse digitali per saldare i debiti fiscali in sospeso, segnando un punto di svolta nella gestione delle passività fiscali relative alle risorse digitali nel Paese.
Criptovalute in Spagna: riforma fiscale approfondita
La riforma prevista punta all'articolo 162 della Legge tributaria generale per garantire all'Agenzia delle entrate spagnola il potere di identificare e sequestrare criptovalute ai contribuenti in arretrato. Questa misura fa parte di un regio decreto entrato in vigore il 1° febbraio, che amplia la cerchia degli enti autorizzati a riscuotere le tasse, che fino ad ora era limitata a banche, casse di risparmio e cooperative di credito.
Il governo spagnolo non si ferma qui e intende rafforzare la lotta all’evasione fiscale. Le banche e gli istituti di moneta elettronica potrebbero essere costretti a rendere pubbliche tutte le transazioni effettuate con carte, il che significherebbe un significativo rafforzamento del controllo fiscale sui movimenti finanziari.
Sfide normative e quadro europeo
La rapida adozione di queste riforme solleva sfide normative, in particolare perché la Spagna cerca di assumere un ruolo guida con varie normative per governare il settore delle criptovalute. Nell'ottobre 2023, il Ministero dell'Economia e della Trasformazione Digitale ha annunciato che il primo quadro completo dell'Unione Europea sulle criptovalute, il Markets in Crypto-Assets Regolamento (MiCA), sarà implementato a livello nazionale nel dicembre 2025, sei mesi prima della scadenza ufficiale .
I residenti spagnoli che detengono criptovalute su piattaforme non spagnole hanno tempo fino alla fine del prossimo mese per dichiararle alle autorità fiscali. Il periodo di presentazione per una dichiarazione tramite modulo 721 è iniziato il 1 gennaio 2024 e termina l'ultimo giorno di marzo. Solo gli individui il cui bilancio supera i 50.000 euro in criptovalute sono tenuti a dichiarare i propri asset esteri, mentre coloro che conservano i propri asset in portafogli autogestiti devono dichiararli tramite il modulo standard per l'imposta sul patrimonio, il modulo 714.
Conclusione
Questa iniziativa della Spagna segna un passo importante nell'evoluzione della regolamentazione finanziaria e fiscale delle criptovalute. Rafforzando le misure di controllo ed espandendo le capacità di riscossione dell’Agenzia delle Entrate, la Spagna si posiziona come leader nell’adattare le sue leggi fiscali alle realtà dell’economia digitale. Questa riforma, pur ponendo sfide, riflette l’impegno del Paese nel combattere l’evasione fiscale e garantire un’equa gestione degli obblighi fiscali nel settore in forte espansione delle criptovalute.

